sabato 23 agosto 2008

Lei era infinita



Entro in quella grande casa in cui si crede nell’infinito, dove in coro si ripete più volte che la vita esiste anche dopo la morte. In piedi e a testa bassa mi chiedo perché come tutti questi cristiani non possiedo anch'io il dono della fede.
Di lei rimane solo il suo corpicino esanime, rigido, steso in quella scura bara, lei è lì, solitaria, ad occhi chiusi e senza più aria nei polmoni, proprio quei polmoni i quali l’hanno tradita Mercoledì notte. Fisso a lungo la cassa nascosta da vivissimi fiori, ma non vedo, non vedo nessuna continuazione per lei. Continuo a rimuginare all’inesistenza del cielo empireo, mi deploro un po’ per questi pensieri fino a quando l’omelia mi distrae: “L’eterno esiste! Come un feto nel grembo della madre udiamo la voce di una presenza più grande di noi, verrà il momento in cui oltrepasseremo l’aldilà ed aprendo gli occhi conosceremo meglio ciò che sentivamo” .

Sono sorda!
Probabilmente quando arriverà la mia ora sarò pure cieca.

Finisce la cerimonia, il cielo ed i fedeli piangono a dirotto, ed io ad occhi asciutti, ma con il cuore pieno di lacrime, spero che tutte quelle belle parole si concretizzino realmente.
Lei era una gran donna, la quale ha donato tutta se stessa ad un uomo che l’ha tradita e trascurata per trent’anni di matrimonio, era una mamma premurosa e attenta alle necessità dei propri figli, era una signora dal viso stanco, ma con un’espressione morbida e dolce.

Addio per sempre.
(Ossimoro voluto)
Lei era infinita.
∞ S.J.∞
PER VISUALZZARE LA VERSIONE INTEGRALE DEL MEDESIMO POST CLICCA QUI!!!!

martedì 19 agosto 2008

Ti sarò sempre vicino


"... se ci stendessimo sul pelo dell'acqua, lasciandoci cullare dal moto delle onde
le correnti ci farebbero incontrare..."


°°° Principe Azzurro °°°
PER VISUALZZARE LA VERSIONE INTEGRALE DEL MEDESIMO POST CLICCA QUI!!!!

lunedì 18 agosto 2008

Figli? No grazie


So già di affrontare un discorso molto delicato se non proibito, ne sono cosciente poiché mi sono imbattuta in siffatto argomento più volte ed ho sempre dovuto difendere le mie idee dalle provocazioni altrui.
Ogni qualvolta espongo il mio pensiero ho come l’impressione che l’articolo 19 della nostra costituzione non sia mai esistito, mi sento a volte un’eterodossa.
Le miei idee probabilmente sono facilmente obiettate perché palesate da una ventiduenne, perciò questa volta esporrò le mie convinzioni tramite statistiche, relazioni e citazioni di noti personaggi, le quali fungeranno da scudo. Potrei essere derisa oppure commiserata, non m’importa, so solo di non essere l’unica a pensarla così, probabilmente sta nascendo un nuovo movimento ed una nuova corrente di pensiero e d’espressione, ecco il motivo per cui l’argomento è così conteso.

Catherine Hakim, London School of Economics, scrive:
"Mai come ora, presso molte società, quella di non avere figli è una legittima opzione, per uomini e donne".
In passato (come negli anni '50 e '60) la mancanza di figli era la conseguenza della povertà o di cambiamenti radicali, della perdita di uomini in tempo di guerre, l'infertilità colpiva al massimo il 3% delle coppie. Oggi, la decisione di avere, o di non avere, un figlio è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui le opportunità di carriera, lo stile di vita e la condizione economica. In Italia e in Spagna le donne senza figli sono il 14%, in Gran Bretagna il 20%, in Germania il 45%.
Ecco perché dalla Germania alla Russia si parla sempre più spesso di sanzioni per chi sceglie di non fare figli (Evviva la libertà!!!). In Russia, dove la natalità è scesa dal 2,3 degli anni '80 all'attuale 1,3 bambini per donna, una lobby affaristica ha chiesto un inasprimento fiscale per le coppie senza bambini. In Germania, alcuni economisti e politici hanno suggerito che le pensioni di chi non ha figli siano tagliate del 50%. Gli esperti sostengono che i governi dovrebbero modificare le loro politiche per spingere i genitori che hanno già uno o 2 bimbi ad averne un altro: potrebbero prendere esempio dalla Francia, che ha aumentato i sussidi alla natalità per incoraggiare le famiglie ad avere il terzo o quarto figlio. Insomma si cercano i compromessi più astuti per convincere/costringere le donne a mettere su famiglia. "La maggior parte delle coppie senza figli aspetta troppo a lungo per concepire ed un terzo sceglie di restare davvero senza figli", dice Tomas Sobotka, demografo dell'Istituto di Vienna.
Se in Gran Bretagna, sta crescendo il mercato di libri come "Child-Free and Loving It" ("Felici Senza Figli"), che la giornalista Nicki Defago spiega di aver scritto "per far sì che le donne che decidono di non fare bambini sappiano che i loro sentimenti sono perfettamente normali", nelle librerie italiane invece brulicano di libri di Corinne Maier “No Kid"Quaranta ragioni per non avere figli.
Non si può più ignorare il fatto che il non volere bambini è sempre più spesso una scelta e non una rinuncia, i motivi sono molteplici, tutte elencate senza pudore dall’ economista, psicanalista e anche mamma francese Corinne Maier.
Esistono donne che non hanno il desiderio di dare alla luce un figlio: «Non ho mai voluto figli, ricordo quando da ragazzine le mie amiche sognavano la maternità e io restavo freddissima, non me ne importava niente» Susanna Tamaro, La grecista Eva Cantarella le va a ruota: «I figli deve farli chi li vuole. Io non ho mai sentito questo desiderio, non mi pento e non mi sento un mostro», Candida Morvillo: «Il mio orologio biologico non è mai scattato, ho preferito il lavoro, i viaggi, gli amici. E poi ci sono così tante coppie/ scoppiate che ci si può sempre trovare, come me, un fidanzato con figli di cui occuparsi ogni tanto », la scrittrice Camilla Baresani ricorda: «Mamma e nonna mi dicevano sempre "bambina mia non cascarci, non fare figli. Prima il lavoro, poi il resto". Io finora ho ubbidito. Le loro parole però oggi creano imbarazzo», l'ex campionessa di sci di fondo Manuela Di Centa, per il fatto di non avere avuto figli, ha ottenuto l'annullamento del suo primo matrimonio: «Nessuna vergogna, non li volevo e basta.». Natalia Strozzi, attrice, imprenditrice e discendente della Monna Lisa, cita la «settimana di 70 ore» della Maier: «Nella mia vita, ora, non c'è spazio per un terzo lavoro ». E anche per chi di lavoro ne ha uno («ma totalizzante»), come l'avvocato Giulia Bongiorno, a volte la scelta si impone: «Professione o figli. Io ho scelto la prima. Vergogna no, non scherziamo». Anche Tiziana Maiolo è stata molte cose ma non mamma: «Insegnante, giornalista. Moglie. Mi sono anche divertita. Un mattino mi sono chiesta: "E i figli"? Il mio inconscio aveva lavorato per me».

Viviamo in un’epoca in cui in teoria si è liberi di esprimere la nostra indole eppure mi sento ugualmente vincolata: “non è facile spiegare serenamente di non volere figli perché suscita riprovazione, chi ha coraggio di farlo è considerato un deviato dal proprio ambiente. Ci si mette di mezzo anche lo Stato il quale teorizza l’idea di un certo tipo di famiglia come modo per difendere il nostro nazionalismo, mentre il capitalismo incoraggia le persone a spendere un sacco di soldi, perché fare figli significa creare nuovi consumatori, che hanno bisogno di case più grandi, di macchine più grandi. Non ignoriamo il fatto che il bambino costa un occhio. È tra gli acquisti più costosi che il consumatore medio possa fare nel corso della vita. In ambito monetario costa più di una macchina di lusso all’ultima moda, di una crociera intorno al mondo, di un bilocale a Parigi. Viviamo in una società di formiche, in cui lavorare e fare figli modella l’orizzonte ultimo della condizione umana. Se il lavoro è l’oppio dei popoli, i figli ne sarebbero la consolazione? Una società in cui la vita debba essere limitata a guadagnarsi il pane e a riprodursi è una società senza futuro, perché priva di sogni. Il filosofo Kojève diceva che “l’animale si definisce per il fatto di esaurire le sue possibilità esistenziali nella procreazione”. Oggi molti genitori non sono lontani dall’animalità.”
Ci si immagina una famiglia simile a quella della Mulino bianco, (chi vuole divertirsi un po’ suggerisco di andare a vedere su you tube gli spot della Mulino bianco dal 1990 in poi, consiglio anche di procurarsi un pacchetto di fazzoletti), questa pubblicità, e molte altre, descrive una famiglia irreale: troppo perfetta e troppo felice. La verità è che la perfezione non esiste.
“Nelle grandi città una coppia su due divorzia o si separa, sono separazioni che riguardano soprattutto le coppie giovani. Un numero sempre più elevato si separa quando i bambini sono ancora piccoli: statisticamente è intorno al quarto anno dalla nascita del primo figlio, o poco dopo quello del secondo.
La maggior parte degli omicidi e degli atti di pedofilia avviene nell’ambito famigliare, un dato che fa riflettere. Le relazioni genitori-figli non sono uno scherzo. Non sono fatte solo di amore, ma anche di odio, risentimento, gelosia, ovvero di sentimenti di cui non si parlano. Un altro dato di fatto che spesso viene occultato o negato è la differenza di retribuzione tra uomini e donne che continua ad essere in media il 27%. Diventare madre vuol dire insomma perdere soldi. Il tempo che la madre trascorre con i figli non lo passa a lavorare. Le donne perdono in media da 100.000 a 150.000 euro sull’insieme della loro carriera per crescere i figli. La maternità è poi spesso sinonimo di lavoro part time, senza prospettive di carriera, e senza speranza di ottenere promozioni, contrariamente alla donna, quando gli uomini diventano padri, la loro attività professionale aumenta ed essi s’impegnano maggiormente sul lavoro. Alcuni studi mostrano che gli uomini dotati di brillanti carriere sono spesso padri di famiglia stracarichi di figli, mentre le donne di maggiore successo spesso non ne hanno. Non ci sono dubbi: i figli sono un acceleratore di carriera per gli uni, una palla al piede per le altre.” La vera uguaglianza tra i sessi è probabilmente una chimera (ma questo è un altro discorso che affronterò nei prossimi post).
Rabbrividisco al solo pensiero che il bambino rappresenta per molta gente l’anello mancante tra l’umano e l’infinito, non vedo il nesso e non ne vedo gli esiti, specialmente ai giorni d’oggi. Tra le tante convinzioni spesso ci si dimentica che il figlio non è né un dovere né una necessità. E’ una possibilità. Ci sono svariati motivi per cui una ragazza od una donna decida di non avere figli, è naturale non procreare, fa parte della natura, succede anche per gli animali come per i vegetali, nulla al mondo può e deve metterci mano, la natura di una donna deve seguire il suo corso e non deve essere intralciata dalle convinzioni o desideri altrui. È così complicato accettarlo?


∞ S.J.∞
PER VISUALZZARE LA VERSIONE INTEGRALE DEL MEDESIMO POST CLICCA QUI!!!!

sabato 9 agosto 2008

In punta di piedi




Circa 9000 anni fa nacquero le prime scarpe, ed oggi, per mia somma disgrazia, la calzatura è divenuta un oggetto feticcio. Ogni popolazione ha ideato il proprio modello di calzatura, in base alle condizioni climatiche e sociali, ma alcuni prototipi sono, a mio avviso, pressoché discutibili per la loro evidente inefficienza.
Mi saltano in mente le scarpe di loto, per un periodo hanno avuto il loro piedistallo, le quali rendeva la deambulazione delle donne ancora più difficile, infatti in Oriente esisteva il mito del piede di loto d’oro, ossia il piede di donna che non era più lungo di quindici centimetri, a questo scopo i piedi delle bambine venivano fasciati ogni volta più stretti. Una donna cinese poteva vedere i suoi piedi solo durante il bagno o durante l’atto sessuale col marito: i preliminari infatti consistevano nello sciogliere le fasciature lunghe tre metri.
Non è meno dolorosa però la scarpa col tacco che tanto fa perdere la testa agli occidentali. Esistono migliaia di ragazze che, se potessero, scialacquerebbero un capitale pur di acquistare un’infinità (?) di scarpe, magari con tanto di tacco quindici (maledico Caterina De Medici, poiché è stata lei la prima donna che traballò, per sola vanità, su un paio di scarpe col tacco). Non detesto la scarpa, che sia chiaro, tuttavia reputo assurdo che molte donne si emozionano al pensiero di far scivolare il piede in una scarpa solamente per assumere un "must" da urlo. Pochi sanno però che i primi casi di schizofrenia sono apparsi proprio quando sono state inventate queste calzature: circa mille anni fa. Le prime scarpe con i tacchi sono comparse infatti in Mesopotamia, la stessa area nella quale sono stati osservati i primi pazienti schizoidi dai già allora psichiatri. Quando camminiamo con i piedi ben piantati per terra, secondo gli epigoni della teoria in questione, i movimenti del piede stimolano i recettori delle nostre estremità aumentando l'attività delle cellule cerebrali, sollevando il tallone, invece, i recettori vengono stimolati di meno e tutto ciò provoca una variazione nella produzione interna di dopamina (sostanza nota agli psichiatri per avere un ruolo chiave nell'insorgenza della schizofrenia) ma sono persuasa dal fatto che tutto questo bel discorso poco importa a più della metà delle donne poiché preferirebbero spendere altri ciclopici cifre dallo psichiatra piuttosto che rinunciare alle suddette scarpe. Addirittura esistono dei veri pezzi unici, come le scarpette rosse di Judy Garland ne “Il mago di Oz” che in un’asta del 1988 sono state vendute a 165 mila dollari.
La scarpa ha indubbiamente una lunga ed interessante storia, probabilmente è per tale motivo che influenza in forma radicale i presupposti naturali, propri dell’ essere uomano. Non sentite mai l’insopprimibile desiderio di abbandonare queste maledette babbucce e camminare finalmente a piedi nudi? Non preferite percepire le terminazioni corporee attraverso le quali interagiscono col mondo?
Io assolutamente sì.
Noto, giorno per giorno, di essere una scalzista, una gimnopodista, una barefooter o qualsivoglia terminologia, ma ammetto di non avere il coraggio sufficiente di mostrarmi per quella che sono realmente, poiché faccio parte di quella larga cerchia di persone condizionata dalla pedagogica razionalità sociale.
So bene che dobbiamo proteggerci dal contatto diretto con il suolo per evitare scorie taglienti e mantenere il calore in inverno, in realtà questi sono gli unici motivi validi per cui indossiamo le scarpe, ma pochi sono a conoscenza del fatto che camminare scalzi è più igienico che farlo indossando delle scarpe. Provate ad immaginare la quantità di batteri e germi che proliferano nel chiuso di una scarpa!
Insomma se “naturale è bello” perché non posso gironzolare a piedi nudi con disinvoltura?
So anche che è inutile parlarne in un blog perciò in punta di piedi mi disperdo per la mia via, intenta a non svegliare l’acume della gente.

∞ S.J.∞
PER VISUALZZARE LA VERSIONE INTEGRALE DEL MEDESIMO POST CLICCA QUI!!!!