lunedì 29 giugno 2009

2# Regole di vita: Caro Amore...


Invece della devozione fanaticamente monogama alla quale siamo sensibili, sarebbe all’apparenza più razionale una sorta di “poliamoria”. La poliamoria è la convinzione che, come si amano molti vini, musicisti, libri, animali o sport, così si possono amare simultaneamente molti individui del sesso opposto. Oltretutto geneticamente parlando non siamo monogami. Fedelmente parlando lo siamo ancora meno. Ma siamo autolesionisti, ci innamoriamo facendo scattare quel meccanismo volto ad assicurare la fedeltà del nostro partner per il tempo sufficiente ad allevare un figlio (ed è un lasso di tempo notevole), il tutto chiamato dagli psicologi evoluzionisti "il coup de foudre irrazionale". Lo stato di innamoramento è accompagnato da molti fenomeni fisici, come i grandi sospiri, ma anche da inevitabili impulsi psicologici, come l’odio. Dunque si ama per arrivare all’odio e si odia per ritornare ad amare, bada bene, zampillanti di desiderio verso un nuovo individuo.



So, è più corretto asserire che non "per tutto il resto", ma "per tutto… c’è Mastercard", perché l’amore te la fa pagare cara.
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1# Regole di vita: Marcia!


Un drappello di soldati impegnati in un’esercitazione accanto a una linea ferroviaria.
In un momento di distrazione il sergente al comando non diede al drappello l’ordine di fermarsi.
I soldati erano così abituati a obbedire senza discutere che continuarono a marciare nonostante un treno in arrivo.

So, l'obbedienza resta una buona regola empirica, benché a volte rappresenti la rovina per l'individuo.




“Avanti, uomini della Brigata Leggera!
C'era chi provava sgomento?
Anche se i soldati sapevano
che qualcuno s'era sbagliato
non stava a loro darsi risposte,
né domandarsi il perché,
ma solo combattere e morire;
nella valle della Morte
cavalcavano i Seicento.”

(ALFRED TENNYSON, La carica della Brigata Leggera)
Guerra di Crimea (1854-55)
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domenica 28 giugno 2009

Perchè non è evidente quanto il sedere di un mandrillo?



Per i teisti un’unica sostanza consente a ogni oggetto esistente di iniziare e continuare a esistere: Dio.
Ogni proprietà di ogni sostanza è dovuta a Dio, il quale ne causa o permette l’esistenza.
E il teismo postula per questa causa unica una persona dotata di infinito potere (Dio può fare tutto quanto è logicamente possibile), conoscenza infinita (Dio sa tutto quanto è logicamente possibile sapere) e libertà infinita.
La scienza stenta a capire il fenomeno X? Nessun problema.
Smetta ogni ricerca: è il potere infinito di Dio a spiegare X (e tutto il resto) e la spiegazione è sempre supremamente semplice, perché, dopotutto, Dio è unico.
Che cosa potrebbe esserci di più semplice?

Un Dio capace di monitorare e controllare in permanenza le condizioni di ogni singola particella dell’universo non può essere semplice.
Ma c'è di peggio (quanto a semplicità): altri cantucci dell’immensa coscienza di Dio si curano simultaneamente di azioni, emozioni e preghiere di ogni singolo essere umano, nonché degli eventuali alieni intelligenti che potrebbero esistere su altri pianeti della nostra galassia e di cento miliardi di altre galassie. Egli, inoltre, deve anche decidere ogni momento di non salvarci miracolosamente quando ci ammaliamo di cancro.



E’ invece abbastanza coerente supporre che Dio, benché indivisibile, sia internamente complesso.
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Senza, solo tu




Alla fine tutto finisce.


Se negherete tale dichiarazione, è solo perché, almeno per voi, non è ancora finita.

Che cosa state pensando in questo momento?
Finirà anche il vostro sogno, sì, anche quel vostro momento.
Non avete scusanti, potete raccontare e giustificare in qualsiasi modo, d'altronde tutto finirà.
Smettetela di fingere, tutto ha una fine, ogni pensiero, ogni storia, ogni amore, ogni lavoro, ogni promessa, ogni passione, ogni famiglia, ogni vita, ogni cosa ha il suo meritato compimento.
Quando vi renderete conto dell’illusione di cui sto parlando, non farete nulla, rimarrete inerti, come lo sono io adesso. Non c’è nulla da fare.

Almeno scoprirete d'essere mortali.

∞S.J.∞
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martedì 16 giugno 2009

Il mio sogno? L'ultima della mia specie


Finché sbriciolo allora sì, continuerò imperturbabilmente ad avanzare contro la raffica del tempo e lasciare alle spalle una scia arenosa. Insisto per la via acuminata sebbene le voci mi disgustino ad ogni passo, sono saporosità condite sulla base della raffinement de goûts, le quali, tuttavia, sono insipide e anonime solo al mio palato. Lo so Ralph, i richiami della gente devono essere presi a piccole dosi, ridurle poco a poco, fino a poterne fare a meno per vivere finalmente nella riarsa pace del deserto, ma l’uomo disidrata il mio vigore ancor prima di svanire, polverizzata.



Finire dopo aver ascoltato il mondo analfabeta, è il privilegio di chi solo rimane ultimo.

∞ S.J.∞
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