martedì 30 dicembre 2008

Voce del verbo Svanire


Nella mia mente echeggia l’inno Divenire di Ludovico Einaudi e finalmente la tessitura sonora mi avvolge teneramente.
Solo la melodia percepisce la gravità del momento, intuisce i miei pensieri più sbagliati, ma sa che il duemilaotto è stato l’anno più brutto della mia vita e conosce bene chi ha sbrindellato la mia anima, perciò lei, la musica, è l’unica a capire perché provo solo odio, perché desidero far parte dell’unico infinito in cui credo (in niente, nulla). Non riesco a non pensare alle macerie della mia vita e non ricordare tutte quelle belle persone oramai svelate delle brutte bestie.
La rivelazione di pochi minuti fa mi ha stordita, vorrei sentirmi ancora più sola e concludere questo feeling con la depressione in un solo atto estremo.
Sono riuscita ad aprire la porta, ho iniziato a vedere chiaro, ho visto più di una persona a me familiare avvinghiata con uno sconosciuto, certe drogarsi e rubare, alcune morire e altre invece allontanarsi dall’uscio. Basta così, chiudo la porta a tutti e rimango in silenzio ad ascoltare il cuore che mi pulsa pesante. Ora so quanto faccia male la verità, questo dolore è insopportabile, mi fa sentire fragile, indifesa e infelice. Non ne posso più, mi sento sempre più stanca, mi sento morire.

∞ S.J.∞




che Dio ha bisogno degli uomini;
che ogni volta che l’uomo fa del male, Dio trattiene il respiro;
che non c’è male che non possa essere consolato;
che ognuno di noi è qui per completare e complicare l’affresco;
che la poesia è canto e racconto;
che le donne sono l’apice della creazione, la rugiada dell’altissimo;
che ti sei occupato di questo strano dono che abbiamo avuto in sorte: la vita;
che, dopo averti letto, non si guardano più le persone con distrazione ma come scrigni di un mistero, depositari di un destino immenso;
che l’arte si deve interessare alla vita;
che la vita è molto di più di quanto possiamo capire, per questo resiste;
che nessuno è troppo strano per essere capito;
che ognuno di noi è unico, e fa la differenza;
che si può parlare degli altri quando parliamo di noi;
che cosa ci rende felici;
che cosa amiamo e odiamo davvero;
che noi tutti siamo qui per il sì di una donna;
che siamo in crisi del duro desiderio di durare;
che ci hai reso possibile vivere in un mondo più grande;
che ci hai reso il mondo meno estraneo e nemico;
che ogni persona è l’eroe della propria storia, anche se i suoi giorni o le sue notti non appaiono eccezionali a nessuno;
che i fatti del mondo non sono la fine della questione;
che in poesia si usa lo stesso amore e lo stesso numero di parole per descrivere gli ordini angelici e il gesto di un sarto che con poca luce introduce il filo nella cruna di un ago;
che si può dare del tu all’ignoto;
che il paradiso è colmo dell’accecante bellezza del verbo essere;
che la vita è destino e viaggio, conoscenza e amore;
che qualcuno non distoglie mai lo sguardo da noi, perchè ci ama;
che la bellezza nasce terribilmente;
che l’arte è un dono…….”

"Lettera a Dante"
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sabato 27 dicembre 2008

"Sei deliziosa"


Le persone,
le persone lottano,
forse anche inconsciamente,
ma lottano per l’esistenza.
Dio,
del bambin Gesù,
probabilmente per te esiste,
ma ti guarderà da lontano
e ti lascerà sbagliare
e ti lascerà soffrire
e ti lascerà comunque fare.
Ti lascerà in compagnia
di alcune persone,
ma le persone mentono.
È tua madre?
È la tua ragazza?
È il tuo collega?
È il tuo amico?
È l’anziano per la strada?
È tuo nonno?
È il tuo vicino di casa?
È il tuo angelo custode?
È tuo figlio?
In verità ti dico
che è la tua caduta!
Ti avranno guardato con lo stesso sguardo di sempre
Avranno utilizzato lo stesso tono di voce di sempre
Avranno speso le stesse parole di sempre
nel frattempo
Avranno mentito come sempre.
Credi ancora a ciò che non esiste?
Per anni possono dirti ti amo,
ma ascoltali bene:
Osserva i gesti
Origlia il respiro
Fissa lo sguardo
Termometra l’ipertermia
Riesci a individuare la falsità?
Ad esempio:
L’Amore
è il sentimento che afferra l’amante
e lo fa soffrire
delirare
Esso è tormento
e dramma nella ricerca dell’amato
è desiderio di ciò che non si ha
desiderio del bene e del bello.
Platone non era scemo.
E allora:
Le persone ti sorridono
ma poi
Le persone ti accarezzAno
ti coccolAno
ti baciAno
ti pregustAno
ti inculAno
ti ringraziAno
ti pagAno
ti usAno
ti odiAno
ti gabbAno.
Puoi essere seducente
Puoi essere favorito
Puoi essere sapiente
Puoi essere assoluto
ma sarai sempre
e assolutamente
raggirato.
Tu
pensi di essere l’eccezione?
Non so cosa dovrai fare
ma dovrai realizzarlo da solo.
Non so quando dovrai farlo
ma dovrai iniziare da solo.
Non so perché lo dovrai fare
ma dovrai amarti da solo.
Le persone
sono
tutte
cannibali,
hanno
solo
fame
di te.

∞ S.J.∞


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venerdì 19 dicembre 2008

Il sonno


In questo momento desidero effondere nel brulicame della schiuma e fermentare nel suo liquido, tutto quello che vorrei ora è sciogliermi nel sapore di questo dolce alcol.
Il gelo proviene dalla musica, avverto la malinconia penetrarmi dentro, sento i pizzicati dei violini piovermi addosso come lacrime.
Stringo le gambe al petto, tanto da farmi male le braccia, sola, nel buio più nero, senza uno spazio e un tempo ben definito... mi dondolo per tutta la durata dell’infinito:
“Sono stanca
Sono stanca
Sono stanca
Sono stanca
Sono stanca
Sono stanca

Sono stanca”.

∞ S.J.∞


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lunedì 15 dicembre 2008

Pensieri fugaci e rivelazioni criptiche – il momento prima


Se scuotessi rabbiosamente la capoccia
sentirei shakerare il veleno negli orecchi,
perderei sicuramente l’equilibrio,
eppure
senza far nulla
già mi gira la testa.
Dovrei censurarmi.
Dovrei zittire la mia ira
e lasciarmi derubare dalla tua imbecillità.
Rapini la nostra serenità per un’unica aspirazione
la libertà artefatta!
Mi stai facendo odiare il mondo
e le persone che vi dimorano.
Odio la tua ignoranza,
odio la tua disonestà,
odio le tue panzane,
odio la tua immaturità,
odio qualsiasi tuo vocabolo.
Ho desiderato la tua esistenza
e t’ho avuto senza alcuno sforzo,
ma non immaginavo che tu potessi respirare dai miei polmoni.
Hai accoltellato tua madre e tuo padre
ed ecco arrivare anche la mia ora.
Tempo fa dovevo tacere,
ma non sapevo che
i
desideri
sono
debitori
di
fantasie
inappagabili.




Io continuerò a fiatare
e tu continuerai a pugnalare
con il nostro respiro in gola.

Tra pochi minuti tu rinnegherai la verità
mentre io te la spiattellerò addosso più e più volte
finché cederai.

E cederai!


∞S.J.∞
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mercoledì 3 dicembre 2008

Superbia: va dove ti porta il vanto


Nel corso degli anni ho avuto la sfortuna di conoscere alcune persone superbe, penso che sia capitato a chiunque, anche ai superbi stessi.
Questi individui continuano costantemente a ipervalutare le proprie capacità e a pretendere riconoscimenti alla propria persona anche quando non ne hanno i meriti. Trovo penoso prevaricare per affermare l’identità, sembrerebbe quasi un supplizio alla buona coscienza, ma di mondo interiore questi supereroi non ne hanno nemmeno la metà di una misera briciola. Il superbo tiene alla sua unicità quanto, ad esempio, Paris Hilton tiene alla propria notorietà ed entrambi prostituirebbero addirittura il proprio buon senso pur di decantare l’egemonia sui comuni mortali, è disgustoso, anzi, sono disgustosi. Le stesse persone poi, hanno la presunzione e la convinzione di saper ammettere i propri errori, quando, invece, è solamente un altro miserabile inganno per elogiare le proprie povere qualità.
Elias Canetti scrisse bene: “Gli uomini più tremendi? Quelli che sanno tutto e ci credono”. Questi uomini (inteso come genere umano), non curanti dei propri orrori, s’impegnano solamente a cercare con estrema pignoleria gli errori degli altri. Parlano senza orecchi e si convincono di saper ascoltare, ma almeno hanno belle mani per puntare il dito lontano da se stessi.
Ecco tutto, ho solo descritto il peggior difetto di cui una persona potrebbe vestirsi o meglio, ho solo descritto il peggior vizio capitale.


Le mie ferite sono più profonde delle mie speranze.
∞S.J.∞.
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