venerdì 24 aprile 2009

La vera storia di quel giorno


Non c’è amore che riesca ad accalorarmi, sento sempre freddo e di continuo percepisco il sangue formicolarmi lungo le braccia, il quale poi invade i miei turgidi seni fino a giungere voracemente l’addome, è come se indossassi una stretta t-shirt scintillata da pungenti tremiti.
Sono senza amore e sono nuda davanti allo specchio, so chi sono, non provo stupore dinanzi a questo corpo sodo e sensuale, a queste spalle atletiche, a questo ventre piatto e a questi fianchi sinuosi. Rifletto solo la mia provocante malinconia e tremo dal gelo avvolgente e zelante. Il tempo scorre, devo vestirmi. Ricopro minuscole parti del mio corpo con procaci veli a fasce trinate, questo nero vestitino regalatomi da Elisa, la mia nuova amica transessuale, mi appare un sottile strato di pelle che attende solamente d’essere sbucciato. E mi trucco, mascherando il viso senza sorriso, è incredibile come un semplice rossetto possa infuocare le mie labbra cineree. Sono pronta, sono una puttana. Il mio corpo giovane e slanciato attende altri brividi, i quali probabilmente nemmeno questa volta saranno originati da ardenti battiti d‘amore.



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∞ S.J.∞


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lunedì 20 aprile 2009

Pensiero infinito rinchiuso nello spazio angusto della mia scatola cranica




A differenza di molti viventi l’homo sapiens ha il privilegio di salire le vette del bene, in caso di discesa è addirittura capace di emergere dagli abissi della sofferenza a fronte alta. Personalmente tali peculiarità le reputo oramai inconsistenti.
Mi sento sola, mi sento sola nell’immensità indifferente dell’universo da cui sono emersa per caso, e non per caso asserisco che il mio dovere, il mio vivere e il mio destino non sono sicuramente scritti in una qualche opera fondamentale. Ecco il motivo per cui so di essere niente in questo enigmatico cosmo e niente sarò per qualcuno il quale potrebbe rappresentare il mio cosmo.
E sono anche consapevole che il mio essere niente non ha gusto in questo brodo biotico. Tuttavia sogno, sogno ancora. Sogno una nuova era geologica e biologica nella storia della terra, in cui la parola “utopia” non esiste e soprattutto non esistono gli avverbi di negazione per poter finalmente affermare: “l’infinito esiste!”.
Temo che la vera ingiustizia di noi umani sia poter sognare un infinito inconquistabile.

∞ S.J.∞
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lunedì 13 aprile 2009

La solennità


mea culpa,
mea culpa,
mea maxima culpa.
Vivo altrove e osservo il mondo,
persa nel vivere profondo.
E vedo il mare
vedo me
che rallento
a rilento.


Vita brevis,
occasio praeceps,
udicium difficile.
Provo a pensarci,
questa è la possibilità di vivere e toccarci,
ma cos'è, cos'è la solennità dell'amore?

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∞ S.J.∞

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