sabato 9 agosto 2008

In punta di piedi




Circa 9000 anni fa nacquero le prime scarpe, ed oggi, per mia somma disgrazia, la calzatura è divenuta un oggetto feticcio. Ogni popolazione ha ideato il proprio modello di calzatura, in base alle condizioni climatiche e sociali, ma alcuni prototipi sono, a mio avviso, pressoché discutibili per la loro evidente inefficienza.
Mi saltano in mente le scarpe di loto, per un periodo hanno avuto il loro piedistallo, le quali rendeva la deambulazione delle donne ancora più difficile, infatti in Oriente esisteva il mito del piede di loto d’oro, ossia il piede di donna che non era più lungo di quindici centimetri, a questo scopo i piedi delle bambine venivano fasciati ogni volta più stretti. Una donna cinese poteva vedere i suoi piedi solo durante il bagno o durante l’atto sessuale col marito: i preliminari infatti consistevano nello sciogliere le fasciature lunghe tre metri.
Non è meno dolorosa però la scarpa col tacco che tanto fa perdere la testa agli occidentali. Esistono migliaia di ragazze che, se potessero, scialacquerebbero un capitale pur di acquistare un’infinità (?) di scarpe, magari con tanto di tacco quindici (maledico Caterina De Medici, poiché è stata lei la prima donna che traballò, per sola vanità, su un paio di scarpe col tacco). Non detesto la scarpa, che sia chiaro, tuttavia reputo assurdo che molte donne si emozionano al pensiero di far scivolare il piede in una scarpa solamente per assumere un "must" da urlo. Pochi sanno però che i primi casi di schizofrenia sono apparsi proprio quando sono state inventate queste calzature: circa mille anni fa. Le prime scarpe con i tacchi sono comparse infatti in Mesopotamia, la stessa area nella quale sono stati osservati i primi pazienti schizoidi dai già allora psichiatri. Quando camminiamo con i piedi ben piantati per terra, secondo gli epigoni della teoria in questione, i movimenti del piede stimolano i recettori delle nostre estremità aumentando l'attività delle cellule cerebrali, sollevando il tallone, invece, i recettori vengono stimolati di meno e tutto ciò provoca una variazione nella produzione interna di dopamina (sostanza nota agli psichiatri per avere un ruolo chiave nell'insorgenza della schizofrenia) ma sono persuasa dal fatto che tutto questo bel discorso poco importa a più della metà delle donne poiché preferirebbero spendere altri ciclopici cifre dallo psichiatra piuttosto che rinunciare alle suddette scarpe. Addirittura esistono dei veri pezzi unici, come le scarpette rosse di Judy Garland ne “Il mago di Oz” che in un’asta del 1988 sono state vendute a 165 mila dollari.
La scarpa ha indubbiamente una lunga ed interessante storia, probabilmente è per tale motivo che influenza in forma radicale i presupposti naturali, propri dell’ essere uomano. Non sentite mai l’insopprimibile desiderio di abbandonare queste maledette babbucce e camminare finalmente a piedi nudi? Non preferite percepire le terminazioni corporee attraverso le quali interagiscono col mondo?
Io assolutamente sì.
Noto, giorno per giorno, di essere una scalzista, una gimnopodista, una barefooter o qualsivoglia terminologia, ma ammetto di non avere il coraggio sufficiente di mostrarmi per quella che sono realmente, poiché faccio parte di quella larga cerchia di persone condizionata dalla pedagogica razionalità sociale.
So bene che dobbiamo proteggerci dal contatto diretto con il suolo per evitare scorie taglienti e mantenere il calore in inverno, in realtà questi sono gli unici motivi validi per cui indossiamo le scarpe, ma pochi sono a conoscenza del fatto che camminare scalzi è più igienico che farlo indossando delle scarpe. Provate ad immaginare la quantità di batteri e germi che proliferano nel chiuso di una scarpa!
Insomma se “naturale è bello” perché non posso gironzolare a piedi nudi con disinvoltura?
So anche che è inutile parlarne in un blog perciò in punta di piedi mi disperdo per la mia via, intenta a non svegliare l’acume della gente.

∞ S.J.∞

2 commenti:

Lorenzo ha detto...

senza figli e senza calze
è il mio pensiero
voto a favore

Lorenzo ha detto...

senza figli e senza calze
è il mio pensiero
voto a favore