giovedì 22 gennaio 2009

Nel mezzo del cammin di mia vita




Siamo cresciuti nel nostro passato e nella nostra tradizione,
ci siamo fatti condizionare dalle nostre abitudini, dagli ambienti e dagli schemi di vita,
siamo superbia, tristezza, gioia, godimento…
ognuno ha ben salda una sua opinione, un suo pensiero,
una sua paura,
temiamo di perdere qualcosa o qualcuno di prezioso,
così ci attacchiamo ad essi e in essi ci determiniamo.
Ci identifichiamo quindi con la casa, la famiglia, il lavoro, gli ideali,
ma quanti sono disposti a distaccarsi da tutto
e conoscere il proprio pensiero?
Perché una volta compresi
cesserà il tempo
e il pensiero, tramite un processo psicologico, crea il tempo,
il tempo, poi, appura e configura il nostro pensiero.
Perché è la nostra mente che ci guida
ed è una mente che sa anche creare vere illusioni
che sa ingabbiarci.



devo ancora capire che cosa significhi veramente vivere
come faccio quindi a sapere che cos’è la morte?
Abbiamo relegato entrambi in compartimenti stagni,
ma allora perché vivo e ho l’impressione di morire?
Si dice che la morte arriva dopo la vita
eppure lei, la morte, è ancora qui, la sento presente
ora.
Una mente imprigionata,
la quale separa la vita dalla morte da spazi immensi,
come può comprendere?
Comprendere è libertà.
Come potremmo mai vivere liberi
se ognuno di noi è identificato?
O sei eterosessuale o sei gay.
O sei intelligente o sei ignorante.
O sei sposata o sei zitella.
O sei papà o sei nessuno.
O sei imprenditrice o sei sguattera.
O sei ottuso o sei acuto.
Esistiamo per mezzo di un’identificazione:
dobbiamo avere una proprietà, un nome, una famiglia, uno scopo…
dobbiamo essere tutto ciò che siamo stati e vogliamo essere.
Siamo ciò con cui ci siamo identificati.
È di questo che siamo fatti
e senza di questo non siamo niente.
Desideriamo che il nostro riconoscimento viva all’infinito
ma io non credo nell’infinito
e non m’interessa la tua identità.
Tu mi piaci nuda,
mi piace quello che nascondi e non quello che fai vedere.
Mi affascina il naturel,
Sarebbe meraviglioso scoprire insieme la tua piena natura.
Il non conosciuto è immensamente più grande del conosciuto.
Il conosciuto non è altro che il nostro pianeta
nell’universo sconosciuto.
La verità invece è diversa, è strana,
ma più la inseguo e più mi sfugge.
Non potrò mai afferrarla in nessun modo
e non potrò mai imprigionarla con me,
perché lei, la verità, è libera.
Dovrei accettarlo
e lasciarla perdere,
dovrei camminare da sola e alla cieca.
Ma in questo modo
la conoscenza, l’esperienza e la memoria
non potranno mai offrire alcun conforto.
E io adesso vivo in una solitudine completa e incontaminata
che non è né vita né morte.
∞ S.J.∞

11 commenti:

Carmelo M. ha detto...

La nostra vita è un ricondurre a schemi e modelli che apprendiamo... trovare la verità? capire alcuni concetti? tutto dipende dal legame emotivo o razionale che troviamo tra quegli schemi e ciò che vorremmo trovarci davanti, ciò che ci aspettiamo, ciò che ci incuriosisce... Alla fine la risposta ci coglie impreparati e ci lascia scontenti. Quindi ne cerchiamo di altre, e più intriganti...

NERO_CATRAME ha detto...

Fuori dagli schemi da sempre,rifiutando ogni etichetta e giudizio,vivo me stesso,quello che voglio e quello che riesco.Chiamatemi come volete,sinceramente me ne fotto.Cosapevole dei limiti,di cui uno già superato e reale che è la vita non penso alla morte.Quello è futuro,cerco di godermi il presente.Certo la libertà ha un prezzo,viene guardata con invidia,con paura.Spesso vieni accantonato come apolide di questo momdo,come un anonimo a cui non si riesce dare un nome o se ne danno troppi.La vita è questa,è una sola,siamo tutti natura e la natura non fa differenze,scorre ineluttabile e non concede fermate.

Marta ha detto...

i cinque sensi potrebbero amplificare ogni nostro pacere,ma anche dolore...
ma per essere vivi bisogna correre il rischio!!!

soleliquido ha detto...

la vità è morta perché c'è troppa merda in giro. surrogati di persone che non permettono la presenza di niente di nuovo, non sentito, non assaggiato, non palpato, non fotografato, non annusato. e stufarsi è ovvio. e non migliorarsi pure. cani e code che si mordono.
e il non vedere il coraggio nelle cose e nelle persone è ciò che più mi dice che c'è da andarsene via da qui. e davvero portare occhi e tutti i sensi dove non li si è mai portati. non per il gusto di farlo e basta, ma per il gusto di farlo che si sa mai che poi succede qualcosa.e magari cambia qualcosa. checcazzo.

in realtà amo la vita. ma ora come ora non riesco a vederla. se non vuol dire un cazzo secondo te ci può stare, oggi non riesco ad esprimemrmi così bene come vorrei.

G@ttonzol@ ha detto...

Al momento mi trovo in una fase in cui "amo la vita"... ma non sempre è stato così... ma oggi non dirò niente, volevo solo passare da te e dirti Grazie, per la tua amicizia... e sono certa che troverò tantissimi altri motivi per ringraziarti ancora.
Un caro saluto! ;-)))

Veggie ha detto...

Tutte queste sono solo etichette. Io le odio, le etichette. Sono stata troppo tempo solo un'etichetta per non poterle odiare. Forse vivere è capire proprio che è possibile essere quello che si è senza bisogno di ricercare qualcosa che ci definisca, che c'incaselli, c'ingabbi...

follementepazza ha detto...

la mia "vita" talvolta la percepisco appena...e quando credo di averci capito qlk...dopo poco mi rendo conto di non averci capito nulla...
credo che la vita sia un etrerno gioco dell'oca..un tiro sbagliato e ritorno al punto di partenza cn lo svantaggio di aver perso del tempo..:(
va bè meglio smettere di dire cavolate...
;)
Buonaserata...!

Memole ha detto...

Verissimo.
Siamo legati all'immagine che noi e gli altri abbiamo/hanno di noi stessi.
E così facendo ci automettiamo dei limiti.

SerialLicker ha detto...

io amo e credo nella frasettina "mai dire mai". Definire, giudicare, inscatolare in categorie è stupido. Perché domani tutto potrebbe essere diverso

e finche c'è qualcosa che vuoi scoprire, qualcosa che vuoi conoscere, qualcosa da inseguire, sei più che viva
sei la vita in persona

Francesco, Lucio ha detto...

Abbiamo cambiato la musica!

Sai già cosa penso dell'Io e dell'identità...

Mi hai fatto riflettere su una cosa: la nostra percezione del mondo è sempre in ritardo. Come in ritardo percepiamo delle stelle che ora non esistono più, così percepiamo in ritardo, seppure quasi inesistente, ciò che è più vicino.
Siamo dei ritardatari insomma.

mmm... Lo dirò al prossimo appuntamento a cui arriverò in ritardo...

UIFPW08 ha detto...

Mi complimento con te, ..sagace.