venerdì 15 ottobre 2021

Buon compleanno


La giovinezza mi sta scivolando via, mia cara vecchia signora. Non c’è modo di incatenarla, guizza tra le mani, sfugge fino a non riuscire più ad acchiapparla. Mi sento sconfitta. 

Desidero avvinghiare la tua mano sinistra per consolarmi, vorrei afferrarla, stingerla e aggrapparmici ad essa. Me la immagino diafana, di una pelle fatta di velina incartapecorita da cui si intravedono finissime strisce bluastre, avrai ancora sangue nelle vene? 

Il dorso della tua mano sarà costellato da piccole macchioline,  le osserverei per ore e forse tra quelle screziature barbituriche potrò intravedere delle figure, come quando da piccola le guardavo tra le stelle mentre fissavo a lungo il cielo assorta da chissà quali futili pensieri. E la tua pelle probabilmente sarà visibilmente grinzosa ma al tatto piacevolmente morbida, vorrei accarezzarla per vederla incresparsi sotto il mio pollice, la liscerei ripetutamente.  




Io lì o tu qui, la tua mano gelida nella mia, ed entrambe l’anello tatuato all’anulare. La tua fede, a differenza della mia, sembrerà oramai una brutta macchia come se rispecchiasse il tuo credo. Avrai infatti la Morte alle calcagna, mostrale il dito medio dunque, il dito più storto e magari segnato dall’artrosi, quel dito che è sempre stato diverso dalle altre dita, il meno affusolato, il più sgraziato, quasi fatto apposta per quel messaggio impudente. 

Non sei visibile vecchia signora ma t’ho sempre dentro di me, e il mio amato Dioniso me lo ricorda, così lieta oggi sono perché di doman non c’è certezza.

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giovedì 7 ottobre 2021

Io sono io, e basta



Ciao. Come ti senti oggi? Con il morbo di Alzheimer tutto sotto controllo?

Scusa, è un altro di quei stupidi presentimenti, spero di sbagliarmi ancora.

Io sono io, e basta. 

Sono qui per raccontare, invento storie per te, cara vecchia signora, e non m’importa se non ho talento, me ne frego se le mie parole non sono scritte su un libro ma in un blog sconosciuto a tutti.

Questi racconti sono come pezzi della mia anima, esistono per il  semplice bisogno di provare emozioni. La scrittura taglia la cima che mi tiene ancorata a una vita troppo terrena, troppo poco seducente. Scrivere è come farsi trascinare dalle onde del mare, e mi piace. Così stanno le cose, io scrivo e tu leggi, dunque spero di non diventare cieca in futuro



T’immagino con le lenti degli occhiali un po’ più spesse di queste, intenta a leggere e ricordare allo stesso momento. Scommetto desideri ritornare indietro nel tempo e rivivere di nuovo questo istante,  per riappropriarti di questo corpo energico e tonico, per sentire ancora una volta  l’entusiasmo che provo nel scriverti. 

Che emozioni provi mentre mi leggi? Stai piangendo? Una scorza dura come me potrebbe ammorbidirsi negli anni? É stupido, ma vorrei tanto chattare con te per descriverti qualche mio aneddoto, sono certa che te li sarai dimenticati tutti. Chissà come scrivi poi. Probabilmente ti esprimi meglio di me, forse avrai il potere di catturare subito l’attenzione, le tue parole  sapranno raggiungermi come un elegante gatto dall’andatura lenta ma decisa, dallo sguardo provocante e apparentemente disinteressato, e come un gatto le tue parole sapranno inaspettatamente sfiorare in una morbida carezza lasciando addosso piccoli piacevoli brividi, o chissà, forse sapranno invece graffiare e lasciare un segno provvisorio che però al momento fa male e infastidisce. 

Dovrei smetterla con questa  storia, di me e di te, cioè che poi io sono io, e basta. É patetico. Sono patetica vero?


Stammi bene.

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